domenica 29 giugno 2008

mercoledì 4 giugno 2008

Charlotte Salomon. Una donna destinata alla morte



"E con gli occhi appena svegli dal sogno, vide tutta la bellezza attorno a sè, vide il mare, sentì i sole,e seppe che era necessario per lei svanire per un po' dalla vita, e fare qualsiasi sacrificio per creare dal profondo un mondo nuovo, suo".







Usò il giallo, il rosso e il blu , descrivendo la sua breve vita di ebrea colta, nella Berlino degli anni Venti.
Fu immediatamente invitata alla camera a gas insieme al marito Alexander Nagler. Si erano innamorati e Alexander riusci a procurarsi un passaporto falso senza la stampigliatura "ebreo" quando andò alla polizia per ottenere la licenza di matrimonio gli fu negata perché, come ariano gli era proibito sposare un'ebrea. Allora si autodenunciò e riuscì a sposare Charlotte nel municipio di Nizza . Sapendo di essere braccati si nascosero in un appartamento imprestato da amici, ma non riuscirono a stare lontani dalla villa di Villefranche, dove si erano incontrati e innamorati. E li furono catturati tre mesi dopo.Charlotte aveva 26 anni ed era incinta di 4 mesi. Era un'artista e, come presaga del suo destino, negli ultimi tre ani aveva dipinto febbrilmente più di mille guache, che comprendevano una specie di operetta con scene, testi e indicazioni di brani musicali. L'aveva intitolata Vita? O teatro? e usando solo tre colori, il rosso, il blu, il giallo, sapientemente mischiati aveva raccontato la sua storia, la storia della sua famiglia ebrea integrata, colta e abbiente, nella Berlino degli anni 20, il dilagare e poi la vittoria del nazionalsocialismo, le prime svastiche, la prime persecuzioni, la fuga in Francia

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