Il luogo
come scrive l'antropologo francese Marc Augè " è uno spazio simbolico in
cui le identita personale e collettiva prendono forma espletandosi in attività tipiche di una certa cultura". I luogo non ha soltanto una dimensione fisica, esso attribuisce ruoli, identità e senso storico. Sono luoghi la propria casa, la scuola, la sede di lavoro, ma anche il bar sottocasa, il mercato rionale in cui facciamo la spesa, il proprio quartiere e via dicendo tutti quegli spazi in cui ognuno di noi ritrova immediatamente dei significati, dei legami, dei riferimenti e in cui si sente inserito e riconosciuto come persona. Viviamo quegli spazi come territori "nostri" e significativi e in essi ci sentiamo a nostro agio.
Al contrario de luoghi ci sono i non luoghi:spazi fisici,ma non "luoghi storici carichi di significati".In essi gli individui perdono la loro identità o ne acquistano una provvisoria. Alla porta di imbarco di un aeroporto, ad esempio, un viaggiatore non è più il Sig, Tal dei Tali(conosciuto per il lavoro che svolge, per la famiglia a cui appartiene, per il suo carattere, i suoi meriti,ecc.) ma un viaggiatore in regola" o un "viaggiatore non in regola" Nei non luoghi ci si sente unità fra altre unità, omologati e spersonalizzati;per questo motivo cerchiamo di non fermarci e di attraversarli il più rapidamente possibile.
Non c'è dubbio che i luoghi siano carichi di significatività e di storia collettiva e individuale e che in essi ci sentiamo soggetti fra altri soggetti. Non è detto però che non luoghi ci si trovi sempre a disagio. Prendiamo il caso di una persona che si trova più a suo agio nei non luoghi che nei luoghi, e quando perde l'aereo(non perhcè sia arrivato in ritardo al gate) ma perchè il clima un pò surreale di quei non luoghi che sono gli aereporti lascia vagare il pensiero, si distrare e si rilassa come raramente le capita in ufficio e a casa. Il probabile rilassamento al sentirsi un numero tra i numeri, un viaggiatore tra centinaia di altri viaggiatori senza volto senza nome, ma è proprio questo il motivo che gli consente di rilassarsi, idem le stazioni . Apprezzando le spiegazioni di Augè si capisce però che c'è anche una soggettività imprevedibile al punto da poter trasformare i luoghi in non luoghi e viceversa. Alcune persone , per esempio si sentono soffocare ogni volta che tornano a casa, la sera, da moglie e suoceri. Altre si sentono a loro agio in metropolitana, con gli odori d umido e di muffa che esala dalle gallerie e nulla importa a loro di essere un numero trai numeri, perchè quello è il momento in cui dopo una giornata di intenso lavoro e di obblighi, si sente finalmente libera da ogni incombenza e ci si può abbandonare ai propri pensieri e alle proprie percezioni senza dover rendere conto a nessuno. D'altro canto , i "luoghi dei clochard non sono forse i non luoghi del normale cittadino?